Con la pandemia di Covid-19 l’insonnia è diventata una delle conseguenze più diffuse nella popolazione italiana, con essa i disturbi del sonno sono aumentati del 40%.
Si stima che circa il 50% delle persone soffra di insonnia, e che l’acquisto di prodotti per dormire sia in costante crescita.
Ma molto di più colpisce l’aumento degli attacchi di panico notturni, insieme al crescere di quelli diurni, anche se in fondo non sorprende. Di fatto, l’incertezza che domina le nostre vite da due anni a questa parte, alimentata da un clima di continua tensione, favorito notevolmente dai mezzi di comunicazione, l’impossibilità di prendere decisioni autodirette sulla propria vita, e la conseguente sensazione di perdita di controllo, sono alla base dei meccanismi psicologici che favoriscono gli attacchi di panico.
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L’attacco di panico notturno si riconosce per il senso di profonda angoscia, tachicardia, sudorazione, mancanza di fiato, tremori, vampate di calore, dolore al petto, con cui ci si risveglia all’improvviso nella fase non rem del sonno, quindi tra la mezz’ora e le tre ore dopo essersi addormentati.
La persona vive una vera e propria sensazione di poter morire, si sperimenta uno stato di allerta continua che non permette di riprendere sonno facilmente.
Tali soggetti, molto sensibili al giudizio o al rifiuto altrui, manifestano anche sintomi di ansia sociale.
Va detto per onestà intellettuale e correttezza scientifica che tali disturbi colpiscono maggiormente quelle persone che partono svantaggiate a livello neurotrasmettitoriale, in particolare la carenza di serotonina incide in modo marcato sulla possibilità di sviluppare questo quadro sintomatologico.
Da un punto di vista psicologico gioca un ruolo determinante la difficoltà di adattamento, la risposta allo stress che è molto soggettiva, può costituire un fattore di rischio. Infatti più ci si percepisce incapaci di adattarsi ad una nuova situazione, che si vive in modo ego distonico, più ci si sente impotenti nel gestirla, più questo fa crescere dentro di sé livelli d’ansia e di preoccupazione ingestibili circa il proprio futuro. È proprio lo stress a costituire il fattore principale scatenante gli attacchi di panico notturni, più la persona è stata esposta a varie situazioni stressogene più avrà probabilità di sperimentarli.
Fortunatamente oggi è possibile conoscere la propria predisposizione genetica in questo ambito e pertanto è possibile intervenire con degli integratori che riequilibrino la produzione di neuro modulatori, migliorando significativamente la propria risposta allo stress.
Oltre quindi ad un sostegno su base biologica personalizzato è certamente consigliato un supporto psicologico, che può essere gestito con pochi incontri ma focalizzati sulla conoscenza di quelle che sono da sempre state le difficoltà di base mai trattate adeguatamente a livello relazionale, e che hanno costituito il substrato su cui si è radicato il disturbo. Mi riferisco ad esempio alla gestione delle proprie emozioni, al vissuto naturale e inevitabile di perdita di controllo della situazione, la paura della solitudine o dell’abbandono, oltre ad eventuali e possibili traumi pregressi.
Per maggiori informazioni potete contattare la Dott.ssa Agnese Borghini scrivendo nel form di contatto
Psicologa, Psicoterapeuta presso il Centro Stella Maris, sito in Roma.