Un approfondimento sulla relazione fra disturbi gastrointestinali e ginecologici a cura del Dott. Raffaele Borghini, esperto nel settore, Medico Chirurgo specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva.
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Recenti studi stanno evidenziando sempre di più la relazione tra sintomi gastrointestinali simili a quelli della sindrome dell’intestino irritabile (detti anche “IBS-like”) e dieta ad alto contenuto di Nichel.
Questo metallo pesante è presente nell’aria, nell’acqua e in una grande varietà di cibi e il suo accumulo in soggetti predisposti sembra indurre una Sindrome Sistemica da Allergia al Nichel (SNAS). La SNAS, che ha una prevalenza stimata superiore al 30%, è una sorta di medaglia a due facce, una delle quali – quella cutanea – è rappresentata dalla Dermatite Allergica da Contatto (DAC); l’altra – quella intestinale – è la Mucosite Allergica da Contatto (MAC), ovvero una infiammazione intestinale apparentemente di basso grado.
Se è possibile diagnosticare la DAC mediante uno specifico patch test epicutaneo, nel caso della MAC è stato messo a punto e proposto uno sperimentale patch test da applicare alla mucosa orale.
Inoltre, una accurata anamnesi e visita medico-nutrizionale con studio del diario alimentare del paziente, può già permettere di identificare un soggetto a rischio in tal senso.
Una volta identificato il soggetto affetto da allergia al Nichel ed escluse altre possibili cause organiche dei disturbi gastrointestinali, è possibile seguire il paziente dando le dovute indicazioni atte a ridurre il carico di Nichel alimentare, individuando le valide alternative nutrizionali e consigliando i dovuti supporti integrativi. Di recente sono stati proposti trattamenti con chelanti, ovvero sostanze in grado di legare il Nichel presente a livello intestinale, ridurre l’esposizione mucosale al metallo in questione e facilitarne l’espulsione con le feci. Tutto questo deve essere sapientemente coordinato e gestito dal gastroenterologo specialista in reazioni avversa ad alimenti contenenti Nichel.
Un recente studio da me eseguito presso l’Università di Roma “Sapienza” ha messo in evidenza come la sensibilità al Nichel sia molto frequente nelle donne affette da endometriosi con sintomi gastrointestinali (con percentuali che arrivano anche al 90 %).
Le pazienti studiate durante questo lavoro, una volta iniziata una corretta dieta a basso contenuto di Nichel della durata di tre mesi, hanno visto ridurre in maniera significativa tutti e 24 i sintomi considerati e così divisi:
Tuttavia, gli effetti benefici di una dieta a basso contenuto di Nichel in donne affette da endometriosi sembrano essere legati non solo alla riduzione del carico alimentare di questo metallo pesante e alla conseguente ridotta mucosite. Il miglioramento clinico descritto nello studio è anche probabilmente attribuibile alla riduzione dell’effetto simil-ormonale del Nichel stesso: recenti evidenze scientifiche hanno sottolineato come il Nichel e altri metalli hanno la capacità di legarsi ai recettori per gli estrogeni e possono comportarsi come veri e propri “metallo-estrogeni”.
In conclusione, ci sono tutte le preliminari evidenze di una possibile associazione tra dieta ricca di Nichel, disturbi simil-intestino irritabile ed endometriosi sintomatica. Questi risultati, se ulteriormente confermati, potrebbero cambiare significativamente la gestione clinica di questi disordini ad alta prevalenza.
Bibliografia
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Medico chirurgo specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva
Dottore di ricerca in Epato-Gastroenterologia Sperimentale e Clinica, presso Sapienza Università di Roma
Centro Stella Maris STP – Via G. Prina, 8 – 00139 Roma Tel. 06 8814238