Cosa sono e quali sono i “BES”

Cosa sono e quali sono i bisogni educativi speciali

La sigla “BES” indica i Bisogni Educativi Speciali (in inglese “Special Educational Needs”), una macrocategoria che comprende tutte le possibili difficoltà che un alunno può manifestare a scuola.

Possiamo distinguere tre tipologie di BES e dunque tre gruppi di alunni:

  1. Primo gruppo: gli alunni con Disabilità (intellettiva, fisica, psichica, sensoriale, pluridisabilità e disturbi neuropsichiatrici), stabilizzata o progressiva, certificata secondo la Legge 104/92 e il Decreto Ministeriale 185/06.
  2. Secondo gruppo: gli alunni con Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA), ovvero dislessia evolutiva, disgrafia, disortografia, discalculia, certificato secondo la Legge 170/2010 e le relative Linee guida di attuazione (Luglio 2011).
  3. Terzo Gruppo: gli alunni con altri bisogni educativi speciali regolati dal Decreto Ministeriale 27/12/2012 e dalla Circolare Ministeriale 8/2013, che possiamo distinguere in:
  • svantaggio socio-economico e/o culturale;
  • altre tipologie di disturbo psicologico, comportamentale, relazionale e di apprendimento non previste dalla legge 170/2010, come il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (DDAI o ADHD);
  • DSA il cui iter diagnostico non è stato ancora completato.

Gli alunni di cittadinanza non italiana da poco immigrati non rientrano in questa Normativa relativa ai BES; tuttavia c’è una normativa apposita che li tutela e sostiene il loro percorso di apprendimento e di inclusione scolastica, precisamente la Circolare Ministeriale 24/2006 e le Linee Guida della CM 2/2010.

COSA FA LA SCUOLA: GLH, GLI, GLHO, PEI, PDP

La scuola ha il compito di individuare un bisogno educativo speciale e di mettere in pratica tutto ciò che reputa necessario in vista del bene umano e scolastico dell’alunno, consapevole di avere a disposizione una cultura scientifica e una legislazione fondate sull’inclusione e l’integrazione.

Per l’individuazione di un BES, infatti, viene adoperato un particolare modello diagnostico, l’ICF (International Classification of Functioning), che considera la persona umana in modo olistico, nelle sue dimensioni biologica, psicologica e sociale, e che non riduce l’alunno a “quello che ha” (l’alunno non “è” un BES ma “ha” un BES).

Concretamente, la scuola agisce attraverso dei Gruppi di Lavoro, in cui si riuniscono tutte le persone coinvolte nell’ambito dei BES (come dirigenti scolastici, docenti “disciplinari”, insegnanti di sostegno, genitori, psicologi, tutor dell’apprendimento ecc.).

L’art. 15 comma 2 della Legge 104/92 prevede dei gruppi specifici per gli alunni con disabilità, chiamati “Gruppi di lavoro per l’integrazione scolastica” (GLH), che attraverso la Circolare Ministeriale 8/2013 sono affiancati dai “Gruppi di lavoro per l’inclusione” (GLI), che si occupano di tutte le problematiche rientranti nei Bisogni Educativi Speciali.

Per gli alunni con BES la scuola – e in particolare il Consiglio di Classe – è chiamata per legge a personalizzare la didattica, e lo fa concretamente attraverso due strumenti che vengono messi a punto nei GLH detti “Operativi” (GLHO):

  • il PEI (Piano Educativo Individualizzato), rivolto agli alunni con Disabilità;
  • il PDP (Piano Didattico Personalizzato), rivolto agli alunni con DSA. Invece, nel caso di alunni con altri bisogni educativi (terzo gruppo), è il Consiglio di Classe a decidere in autonomia se adottare il PDP.

Il PEI: cos’è

Il PEI è un documento in cui sono contenuti, oltre ai dati anagrafici dell’alunno, la sua diagnosi funzionale e tutti gli interventi (obiettivi didattici, attività e materiali, forme di valutazione individualizzata) predisposti per lui. L’Ordinanza Ministeriale 90/01 prevede per la scuola secondaria due forme di PEI:

  • PEI semplificato, volto al raggiungimento i cosiddetti “obiettivi minimi” e che consente di conseguire un diploma valido a tutti gli effetti;
  • PEI differenziato, volto al raggiungimento di obiettivi calibrati sulle reali capacità dell’alunno e che non consente l’acquisizione del diploma ma di un attestato con certificazione dei crediti formativi maturati.

Il PDP: cos’è e cosa contiene

Il PDP è lo strumento con cui la scuola, personalizzando la didattica, progetta l’intervento educativo nei riguardi dell’alunno con DSA.
Questo documento contiene:

  • i dati anagrafici dello studente
  • la tipologia di disturbo
  • le attività didattiche personalizzate
  • gli strumenti compensativi e le misure dispensative adottate
  • le forme di verifica e valutazione

La scuola, inoltre, si impegna a mantenere una comunicazione e collaborazione costanti con la famiglia e le altre figure coinvolte nell’educazione dell’alunno, al fine di seguire una linea comune indispensabile per l’efficacia delle misure adottate.

Per maggiori informazioni potete contattare il Dott. Francesco Trotta scrivendo nel form di contatto


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